venerdì 21 dicembre 2012

L'altra faccia del mio retaggio

La famiglia di mia madre era calabrese, anche se si trasferirono a Napoli quando mia madre aveva pochi mesi. Severissima professoressa di Lettere, intransigente custode della purezza della lingua italiana, mia madre aveva bandito da casa nostra qualunque cedimento dialettale, tant'è che si può dire che quel poco di napoletano che sono in grado di parlare l'ho appreso da grande. Tuttavia, quando andavamo in Calabria, a trovare l'unica delle sue sorelle che, sposandosi, era tornata lì, le accadeva uno strano fenomeno, che non mancava di divertirmi ogni volta: man mano che ci avvicinavamo, del tutto inconsapevolmente, iniziava a scivolare nella parlata calabrese. Ovviamente, l'altro campo in cui si manifestavano le sue origini era la cucina. Per questo motivo, a Natale, mia madre non faceva gli struffoli, ma i crustoli, dei dolci che, con i loro "colleghi" partenopei hanno in comune il fatto di essere fritti, di essere una preparazione natalizia ed il miele; per il resto, l'impasto è del tutto differente. Io non li facevo più da anni, perchè i miei preferiscono gli struffoli, ma quest'anno mi è tornata la voglia di farmene un po', per ritrovare un sapore della mia infanzia.

Crustoli

Farina                   1 kg
Vino rosso            500 ml
Olio evo               250 ml
Zucchero              2 tbs
Sale                     1 pizzico
Olio per friggere
Buccia di arance e limone
Miele                   500 g.

Far bollire il vino con l'olio, lo zucchero, il sale e la buccia di limone. Versare il liquido bollente sulla farina ed impastare, possibilmente non a mano, per non scottarsi. Con l'impasto, formare dei cordoni, tagliarli a tocchetti e formare degli gnocchi, che andranno fritti in olio ben caldo. Far raffreddare i crustoli e solo quando saranno ben freddi, versarli in una larga casseruola, dove si sia fatto scaldare del miele, insieme a delle zeste di arancia. Mescolare delicatamente, in modo che i crustoli si rivestano ben bene di miele. Volendo, si possono decorare con dei confettini colorati.


1 commento:

  1. Leggere la tua introduzione alla ricetta mi ha fatto ricordare le sberle prese sulla bocca da mia madre quando, ai nonni che mi si rivolgevano in dialetto, cercavo di rispondere in Milanese... la mamma non voleva. Parla in Italiano! era la frase che seguiva immediatamente il rimprovero.
    Il risultato? A parlare in dialetto l'ho imparato da grande, con mio marito ed i miei nonni che parlavano in milanese mentre io rispondevo in italiano.
    Buoni questi dolci, sanno di casa...
    Buon Natale ...in ritardo... nell'unico momento che sono riuscita a ritagliare per leggervi.
    Nora

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