lunedì 8 aprile 2013

Voglia di sole

Date le mie radici ischitane, l'Isola Verde è stata la meta obbligata delle mie vacanze per tanti anni, al punto che la prima volta che son stata a Capri avevo già 24 anni. Lo so, sembra paradossale: la gente viene da tutto il mondo per vedere quell'isola meravigliosa ed io, che ce l'ho di fronte, non ci sono mai stata, se non da adulta. Certo Capri, pur con tutta la sua bellezza mozzafiato, non mi assomiglia: tra orde di turisti intruppati e VIP (o sedicenti tali) arroccati tra ville e yachts, non saprei trovare una collocazione.  Per tutti questi motivi, ho scoperto tardi l'esistenza di questi ravioli, ma, da allora, li ho apprezzati tantissimo. In particolare, amo  l'impasto esterno, perché si fa in due minuti e, soprattutto, si stende con grande facilità (e, per una negata del matterello come la sottoscritta, non è poco...). Come se non bastasse, non hanno la tendenza ad asciugarsi e creparsi dei ravioli fatti con la pasta all'uovo. Con lo stesso impasto, inoltre, si possono fare anche degli gnocchi velocissimi. Insomma, tanti pregi e grande versatilità.
E così, ieri, complice un po' di sole che finalmente è apparso, risvegliando una voglia di mare sopita dall'inverno, ho portato un assaggio di Capri a casa mia.

Ravioli capresi

Farina 00        250 g
Acqua            250 g
Olio  evo        1 cucchiaio

Portare ad ebollizione l'acqua con l'olio e, a quel punto, versare la farina tutta d'un colpo, spegnere e girare, formando una palla omogenea. Io ho usato il Bimby, ma anche a mano si fa molto semplicemente. A questo punto, si stende la pasta col matterello e si ritagliano i ravioli. Consiglio di tenere la parte di pasta che non si sta lavorando avvolta nella pellicola. Con questa dose, mi son venuti 38 ravioli 6x6 cm. Lessarli rapidamente in acqua salata, finché salgono a galla.
Per il ripieno, ci va un formaggio primo sale/caciottina fresca. Io me lo son fatto in casa, scaldando a 37 gradi 500 ml di latte intero e 150 ml di panna fresca; a quel punto, ho aggiunto due cucchiaini di caglio ed ho aspettato che si formasse la cagliata. Dopo, ho aggiunto del sale, rotto la cagliata con vari tagli e l' ho messa a sgocciolare tutta la notte in frigo in un colapasta, rivestito da una stamina.
Li conditi con un semplice sughetto fatto coi pomodorini del piennolo ed una grattata di ricotta salata. (I pomodori della foto non sono quelli del piennolo, i quali non sono esteticamente molto presentabili, ma sono pomodori acquistati appositamente per fare le foto...)



1 commento:

  1. Molto interessante questa ricetta di fare la pasta in questo modo. La voglio provare.
    Tanti saluti, Ljuba

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