lunedì 9 luglio 2012

30??? 30!

Il 7 luglio si festeggia S. Claudio. Ed è anche il mio anniversario di matrimonio. La concomitanza dei due eventi non è casuale. Il fatto è che, quando ci recammo in Comune per scegliere in che giorno celebrare il matrimonio, davanti all'elenco di date possibili, il mio futuro consorte ebbe a dire: "Facciamo il 7 luglio, che è il mio onomastico, così sono certo di non dimenticarmi gli anniversari". Confesso che, in quel momento, la mia decisione di fare di quell'uomo il compagno della mia vita ebbe un attimo di ripensamento...E, invece, 30 anni e due figli dopo, siamo ancora qui. Eh si, son passati ben 30 anni da quel giorno. La ricorrenza andava degnamente celebrata e, così, ci siamo regalati tre giorni a St. Tropez. Non è stata la prima volta, anzi, negli ultimi anni, ci siamo andati spesso, grazie al fatto che una coppia di carissimi amici, (di quelli imprescindibili, per intenderci) ha casa lì e l'idea di festeggiare proprio con loro questa tappa così importante della nostra vita ci piaceva molto. A dire il vero, il mio amore per il sud della Francia risale a molto prima, a quando, circa 20 anni fa, organizzammo un viaggio in Provenza, facendo base ad Aix-en-Provence e, da lì, spostandoci per tutta la regione. Ma la scoperta di St. Tropez la devo a questi amici. Io, forse, se non fosse stato per loro, istintivamente, non l'avrei scelta come meta di un viaggio, immaginandola solo come un luogo di mondanità ed ostentazione, tutte cose che mi sono congeniali quanto due dita negli occhi. Certo il lusso, la mondanità, l'ostentazione un po' volgare della ricchezza appartengono indissolubilmente al mito di St. Tropez, ma c'è anche dell' altro. C'è un paesino delizioso e animato, ci sono paesaggi che riempiono gli occhi, c'è il frinire delle cicale ed il tubare delle tortore, c'è il Mediterraneo distillato in tutta la sua bellezza. Amo particolarmente la Route des Plages, una lunga strada che porta alla splendida spiaggia di Pampelonne, costeggiata da vigne e roseti ( lo sapevate che i vignaioli francesi pongono, all'inizio di ogni filare di viti, una pianta di rose , come "termometro" dello stato di salute delle piante? se la pianta di rose, che è molto delicata, inizia a deperire, significa che è tempo di intervenire per evitare che anche le viti si ammalino ) e, un po' più indietro, da pinete fitte, che nascondono splendide case dalle imposte color lavanda.
E, al martedì e al sabato, come avverrebbe in qualunque paesino, la piazza principale ospita un mercato. In questi due giorni, Place de Lyces si svuota delle auto e degli immancabili giocatori di petanque, per far posto alle bancarelle, dove si trova di tutto: abiti, borse, ceste, tovaglie e strofinacci decorati con olive e cicale, i simboli onnipresenti della Provenza. Ovviamente, non possono mancare i prodotti alimentari tipici della regione e, a mio parere, è proprio su questi banchi che si esprime tutta la solarità e la "mediterraneità" di questa parte della Francia.
Ecco una bancarella, in cui le olive sono "declinate" in mille modi.

Questo, invece, è un banco di salumi


Le fougasses

Un tripudio di colori

Il "meticciato culturale", che caratterizza tutto il Mediterraneo, si esprime, ovviamente, anche a tavola, per cui non stupisce trovarsi davanti una sontuosa paella
Meravigliose trecce d'aglio violetto
Il sapone, si sa, è stato inventato dai Galli e i saponi di Provenza, in tutte le profumazioni possibili, sono famosi.

E, per finire, a sera, una cena in un ristorantino sulla spiaggia di Pampelonne, delimitata, da un lato, dal massiccio dell' Esterel, sullo sfondo

e, dall'altro, da Cap Camarat, col suo faro

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